Curatori mostra

Paola Silvia Ubiali

Giovanni Bonaldi

Palma il Vecchio. Decostruzioni, permutazioni, ipotesi

Da alcuni anni Giovanni Bonaldi approfondisce gli studi sull’artista suo conterraneo Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, 1480 – Venezia, 1528) in preparazione di questa personale che viene presentata il 16 maggio 2015 alla Galleria Marelia in occasione della prima grande mostra retrospettiva dedicata a uno dei più interessanti artisti rinascimentali: Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza a cura di Giovanni C.F. Villa, promossa dalla Fondazione Credito Bergamasco e dal Comune di Bergamo presso la GAMeC, Bergamo nell’ambito delle celebrazioni per l’Expo 2015.

Attraverso la decostruzione e la lettura stratificata della cultura del Palma, di alcuni codici e simbologie che ne hanno orchestrato l’opera, Giovanni Bonaldi riflette sull’inquietudine religiosa dell’artista rinascimentale proponendone una rilettura della personalità in chiave contemporanea.

Giovanni Bonaldi realizza alcune sequenze intepretative cromatiche riconducenti formalmente al paesaggio naturalistico, partendo da documenti scientifici prodotti durante le fasi del recente restauro del polittico di Serina di Palma il Vecchio, finanziato dalla Fondazione Credito Bergamasco ed eseguito dallo studio di Eugenia De Beni. Alcune ricerche si fondano su antichi documenti stilati da Isaia Bonomi, primo studioso dell’opera di Palma il Vecchio e verranno presentate in forma di libro d’artista, di rotolo e su supporti cartacei e tessuti appositamente trattati.

La mostra è accompagnata da una video testimonianza della conversazione tenutasi a Venezia il 27 gennaio 2015 tra Giovanni Bonaldi e il Professor Philip Rylands, oggi direttore della Peggy Guggenheim Foundation di Venezia, quale pioniere degli studi sul Palma e da un catalogo, disponibile a partire dal 24 settembre, con un contributo di Giovanni C.F. Villa, curatore della mostra Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza.

Per iniziativa della Fondazione Credito Bergamasco, la stessa mostra, completata da un ulteriore percorso espositivo che ripercorre alcune tappe fondamentali del lavoro di Giovanni Bonaldi, verrà presentata a partire dal 24 settembre 2015 al Museo ALT di Alzano Lombardo, con sede all’interno dell’ex opificio Italcementi – opera di archeologia industriale di fine ottocento. Alzano Lombardo conserva inoltre, presso il Museo di Arte Sacra San Martino, la pala di Palma il Vecchio con il Martirio di Pietro da Verona.

 

L’iniziativa partecipa a PALMA OFF, il percorso dedicato alle proposte collaterali della mostra Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza e  a PLAY ArtDate 2015, le giornate dedicate all’Arte Contemporanea organizzate annualmente da The Blank.

BIO ARTISTA

Giovanni Bonaldi (Serina, 19566)

Si forma al Liceo Artistico Statale di Bergamo e alla NABA di Milano dove Gianni Colombo lo introduce nel mondo delle avanguardie e lo esorta a ricercare soprattutto in direzioni e tecniche sconosciute. Gli anni trascorsi nello studio di Lucio Del Pezzo sono ricordati da Bonaldi come un periodo formativo in una bottega rinascimentale. Renata Boero è invece il mondo dei colori, dei profumi, degli odori. Da Kengiro Azuma viene l’idea del pieno e del vuoto, il concetto Zen di arrivare all’essenza delle cose anche grazie alla sottrazione. Da Umberto Mariani giungono l’amore per la materia e l’incidente di percorso. Meglio dire meno che troppo. Protagonisti di un lavoro possono essere anche un puntino o una macchia caduti per caso sull’opera, apparentemente destabilizzanti ma in realtà molto significativi. Walter Valentini soleva svelare agli allievi i suoi segreti, inclusi i processi poco ortodossi della calcografia, volti alla sperimentazione e al dialogo fra la carta e la lastra di zinco. Vittorio Fagone aveva capito subito l’importanza della videoarte; anche in questo la NABA è stata all’avanguardia. Al termine degli studi viene nominato assistente di Gianni Colombo presso l’Accademia nel corso di “Strutturazione dello Spazio” e successivamente diventerà docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Treviglio e poi di Bergamo.

Nel 1996 conosce la poetessa Alda Merini con cui Bonaldi stabilisce un profondo rapporto di amicizia. Nel gennaio del 1997, viene dato avvio ad un progetto che vuole raccogliere gli scritti inediti della poetessa e le incisioni più significative di Bonaldi in un libro d’artista col titolo Curva di fuga che viene pubblicato con le edizioni dell’Ariete e presentato da Alda Merini presso il Castello Sforzesco di Soncino (Cr) in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla poetessa milanese. La collaborazione con Alda Merini continua fino alla sua scomparsa.

Dopo aver conosciuto il lavoro di Bonaldi, Roberto Sanesi gli consiglia di approfondire le analogie con la cultura ebraica, con quelle lettere e numeri che l’artista inseriva spontaneamente nei suoi lavori e che presto diventano lettere e numeri ebraici. Con curiosità e passione l’artista inizia a studiare l’alfabeto ebraico, scopre i significati più profondi dei vocaboli di questa lingua semitica e comincia ad interessarsi alla Cabbala, una componente della mistica ebraica. Nel frattempo si moltiplicano le esposizioni alle quali Giovanni Bonaldi è invitato.

Nel 2009 nasce l’amicizia e il rapporto professionale con  Arturo Schwarz che si concretizza nel  2011 nella realizzazione di un libro d’artista dal titolo “Una poesia per ogni giorno della settimana di Linda” con poesie di Schwarz, cinque incisioni e due disegni di Giovanni Bonaldi, edito da Mudima. Presso la Fondazione Mudima, nel 2014 si inaugura la mostra personale dal titolo “Tzlil – Suono” curata da Gino Di Maggio, Arturo Schwarz, Jean Blanchaert e Gianluca Ranzi con un catalogo in lingua italiana ed ebraica, stampato secondo il sistema di scrittura ebraico.

Nel mondo ebraico Elio Carmi e Arturo Schwarz sono stati i primi a credere nel lavoro di Bonaldi, Carmi esponendolo più volte al Museo delle Luci di Casale Monferrato; Schwarz, scrivendo spesso testi introduttivi alle sue mostre, ragionando molto seriamente sulla sua opera e volendo con forza la mostra antologica alla Fondazione Mudima.

Il lavoro di Bonaldi non è però soltanto sacro. Sembrano delle radiografie le impronte del corpo della sua musa, oggetto di molte opere. Radiografie molto sensuali. Assai realistici sono i dipinti che raffigurano la vanga nella malta e ricordano la professione del padre. I disegni, gli scritti e i dipinti realizzati dopo il tanto anelato viaggio in Israele, nel novembre del 2013, raccontano una Terra Promessa da fantascienza con spifferi di aura divina che escono inesorabili, spessi e veloci dagli spiragli delle case per avvolgere, sanare, per beneficare chi si trovi sul loro cammino.

Opere

Photo gallery

Luogo

Galleria Marelia – Bergamo | Museo ALT, Alzano Lombardo

Date

16 maggio – 10 luglio 2015